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Psoriasi a placche: maggiore efficacia di Secukinumab rispetto a Etanercept


Secukinumab ( AIN457 ), un inibitore della interleuchina-17A ( IL-17A ) ha dimostrato di essere superiore allo standard di cura, Etanercept ( Enbrel ), nel trattamento della psoriasi a placche da moderata a grave.
Lo studio di fase III FIXTURE è stato presentato al 22th European Academy of Dermatology & Venereology Congress ( EADV ).

Secukinumab è il primo farmaco che ha come specifico bersaglio IL-17A per il quale sono disponibili risultati di uno studio di fase III.
IL-17A, una citochina, si trova in alte concentrazioni nelle placche cutanee che caratterizzano la psoriasi.

Lo studio FIXTURE ha messo a confronto Secukinumab in due dosaggi ( 300 mg e 150 mg ) con l’inibitore del TNF Etanercept ( Enbrel ) 50 mg e placebo.

Gli endpoint co-primari sono stati valutati alla settimana 12 e hanno confrontato l’efficacia di Secukinumab rispetto al placebo secondo l’indice PASI 75 ( Psoriasis Area and Severity Index 75 ) e la scala Investigator’s Global Assessment ( IGA mod 2011 ).

Lo studio ha raggiunto tutti gli endpoint primari e i principali endpoint secondari pre-specificati ( p inferiore a 0.0001 per il confronto con il placebo e p=0.0250 per il confronto con Etanercept ).

Entrambi i dosaggi di Secukinumab hanno mostrato una migliore efficacia rispetto a Etanercept nel corso dell’intero studio di 52 settimane, già a partire dalla seconda settimana.

Un numero maggiore di pazienti trattati con Secukinumab ha dimostrato una risoluzione quasi completa ( definita come PASI 90 ) e una risoluzione completa ( PASI 100 ) delle lesioni cutanee rispetto a Etanercept.

Lo studio ha anche dimostrato che il 72% dei pazienti trattati con Secukinumab 300 mg ha ottenuto una riduzione di almeno il 90% di arrossamento, ispessimento e desquamazione della cute ( PASI 90 ) entro la settimana 16.
Oltre la metà ( 54% ) dei pazienti trattati con Secukinumab 300 mg ha raggiunto PASI 90 già alla settimana 12, contro il 21% dei pazienti trattati con Etanercept.

Nel corso dello studio i pazienti trattati con Secukinumab 300 mg hanno mostrato anche una maggiore probabilità di ottenere la risoluzione completa delle lesioni cutanee rispetto a quelli trattati con Etanercept, come definito dall’indice PASI 100 alla settimana 12 ( 24% vs 4% ).

Inoltre, nei pazienti trattati con Secukinumab la risoluzione dei sintomi è stata più rapida rispetto a quelli trattati con Etanercept. Sono state osservate differenze clinicamente rilevanti già alla settimana 2 e in media i pazienti trattati con Secukinumab 300 mg hanno visto i loro sintomi dimezzarsi entro la settimana 3, rispetto alla settimana 8 per i pazienti trattati con Etanercept.

L’efficacia di Secukinumab si è mantenuta per l’intero anno di durata dello studio. Quasi il doppio dei pazienti trattati con Secukinumab 300 mg ha ottenuto una risposta PASI 90 alla settimana 52 rispetto a Etanercept ( 65% vs 33% ).

Non sono stati individuati rilevanti segnali relativi alla sicurezza. L’incidenza di eventi avversi è stata simile tra i due bracci di trattamento con Secukinumab ( 300 mg e 150 mg ), ed è stata paragonabile a Etanercept.
Gli eventi avversi più comuni in tutti i gruppi di trattamento ( compreso il placebo ) per tutto il periodo di trattamento di 52 settimane sono stati rinofaringite e mal di testa ( che si sono verificati in 12-36 pazienti per 100 anni-paziente in tutti i gruppi ).
Nello stesso periodo gravi eventi avversi si sono verificati nel 6% dei pazienti trattati con Secukinumab 300 mg, nel 5% dei pazienti trattati con Secukinumab 150 mg e nel 6% dei pazienti trattati con Etanercept.
Non si sono verificati decessi durante lo studio. ( Xagena2013 )

Fonte: Novartis, 2013

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