Il Dermatologic and Ophthalmic Drugs Advisory Committee ( DODAC ) della FDA ( Food and Drug Administration ) ha riconosciuto ( voto: 7-0 ) che i benefici di Secukinumab nella psoriasi a placche moderata-grave appaiono superiori ai rischi.
Secukinumab è un anticorpo monoclonale che ha come bersaglio l’interleuchina 17A (IL-17A ); agisce bloccando interazione di questa citochina infiammatoria con il suo recettore.
Sono stati completati 6 studi di fase III su questo farmaco.
In due studi registrativi, Secukinumab è stato formulato come polvere liofilizzata in flaconcini monouso ed è stato somministrato alle dosi di 150 e 300 mg.
Nel primo studio, dopo 3 mesi di trattamento, sono state osservate riduzioni del 75% nell’indice PASI ( Psoriasis Area and Severity Index ) nel 82% dei pazienti trattati con la dose più alta ( 300 mg ) e nel 71% di quelli che hanno assunto la dose più bassa ( 150 mg ), contro solo il 4% di quelli trattati con placebo.
Nel secondo studio, la risposta PASI 75 è stata raggiunta dal 76% e dal 67% dei pazienti a cui era stato somministrato, rispettivamente, un alto e un basso dosaggio, contro il 5% di quelli trattati con placebo.
Alla scala IGA ( Investigator's global assessment ) la risposta clear o quasi clear è stata ottenuta, rispettivamente, dal 65% e dal 62% dei pazienti nel gruppo 300 mg, in due studi.
Inoltre, risposte PASI 90 sono state riscontrate nel 59% e il 54% dei pazienti nel gruppo 300 mg.
Due altri studi di fase III hanno valutato l'efficacia e la sicurezza, a 3 mesi, di Secukinumab in siringhe preriempite e autoiniettori.
Risposte PASI 75 per Secukinumab in siringhe preriempite sono state osservate nel 75% dei pazienti trattati con la dose di 300 mg e nel 69% di quelli a cui era stato somministrato il dosaggio di 150 mg, ma in nessuno dei pazienti trattati con placebo.
Riguardo all'autoiniettore, 87% del gruppo ad alto dosaggio e il 70% del gruppo a basso dosaggio hanno presentato risposte PASI 75, contro il 3% del gruppo placebo.
La sicurezza è stata valutata alla 12.a settimana e poi fino alla 52.a settimana negli studi con la formulazione liofilizzata e fino alla 12.a settimana negli studi siringa e autoiniettore, per un totale di 2.399 pazienti.
Durante i primi 3 mesi, in due studi della formulazione liofilizzata, l’incidenza di eventi avversi gravi è stata del 2% in ciascun gruppo di dose e nell’1.7% nel gruppo placebo.
Durante l'intero studio della durata di 12 mesi, gli eventi avversi gravi si sono verificati nel 6.80% e nel 7.42%, rispettivamente, nel gruppo 150 e 300 mg, contro il 7.54% nel gruppo placebo.
Di particolare risalto, come evento avverso, sono state le infezioni da Candida.
Dallo studio dei pazienti con difetti genetici che influenzano il pathway Th17, e nei soggetti che presentano difetti genetici nella via di segnale IL-17, il blocco di IL-17 aumenta il rischio di infezioni fungine, e in particolare candidosi mucocutanea, così come le infezioni cutanee da stafilococco.
Negli studi clinici completati, i tassi di incidenza di infezioni da Candida sono stati pari a 1.85 per 100 anni-paziente tra i pazienti trattati con la dose da 150 mg, e pari a 3.55 per 100 anni-paziente tra quelli che hanno ricevuto la dose di 300 mg.
Le infezioni che hanno necessitato di terapia antibiotica orale o parenterale si sono presentate nel 12.2% del gruppo con il dosaggio più alto, nel 9.4% del gruppo con dosaggio più basso, e nel 7.2% del gruppo placebo. ( Xagena2014 )
Fonte : FDA, 2014
Dermo2014 Farma2014